Amedeo
Minghi (cantante) Roma 1992
Intervista di Gianfranco Gramola
I
suoi bellissimi canti per la pace
Vattene
amore – Dubbi no - Notte bella magnifica - L'immenso - Marì - L'amore - I
ricordi del cuore
(colonna sonora di Edera) -
Vivere vivere -
Nell'inverno – ecc…questi sono soltanto alcuni titoli delle numerose
canzoni che Amedeo Minghi, romano de Roma, nato il 12 agosto del 1947, ha scritto durante i suoi trent'anni
di carriera. Le sue canzoni piacciono molto al pubblico di ogni età perché
sono delle melodie, delle autentiche poesie che con forza arrivano a risvegliare
la sensibilità che ognuno di noi ha in un angolo del cuore. Descrivere in poche
righe la carriera di Amedeo non è cosa semplice. Ci provo. Il giovane Minghi
inizia a studiare musica al Conservatorio, poi privatamente. Approda alla
televisione nel programma « Scala reale » con la canzone Alla fine.
Come autore, debutta scrivendo per i Vianella canzoni come Voio er canto de 'na
canzone - Fiio mio - Canto d'amore di Homeide. Con la Rca,
forma il complesso I Pandemonium, ma fu un'esperienza deludente. Minghi inizia a
decollare con Sanremo e con i grandi concerti. Per il debutto alla grande,
affitta il Teatro del Piccolo Eliseo di Roma (350 posti). Era nel maggio '89 e
Amedeo doveva fare quattro repliche. Il successo fu tale che dovette fare ben
160 repliche. Un vero trionfo. Da allora in poi i successi del biondo cantautore
sono stati tantissimi. Scrive numerose canzoni per Mietta e nel Natale '91,
sulle reti televisive della Fininvest va in onda Fantaghirò, la bella favola
medioevale di cui Minghi ha composto le musiche. Nel maggio '92 esce l'
undicesimo Lp di Amedeo, dal titolo "I ricordi del cuore". Altro grandissimo
successo.
Ha detto:
- Il mio matrimonio religioso, l'udienza privata con
il Pontefice e cantare in piazza San Pietro sono state esperienze profonde che
hanno segnato l'inizio di una nuova fase.
- Mia moglie Elena mi ha modificato il carattere,
dandomi sicurezza e regalandomi la voglia di comunicare e la sensazione di
sentirmi importante.
- Mi piace entrare in chiesa per riflettere e ne esco
sempre riappacificato
e rasserenato.
- La melodia si salverà da una cultura che non ci
appartiene, dal provincialismo di un Paese capace soltanto di imitare gli
americani.
- Mi vanto spesso di avere un'unica tessera, ovvero la
patente di guida.
- Ero e sono autodidatta, volutamente ho
lasciato che io e la musica restassimo due amanti con le nostre ansie e i "lasciamenti",
così che ogni nostro incontro mantenesse l'emozione della scoperta, il
desiderio del ritorno, il gusto della rinnovata sorpresa.
Curiosità
- Si è sposato (in Campidoglio) il 13
ottobre del 1973 con Elena Paladino, conosciuta negli uffici della casa
discografica Apollo Records, e ha due figlie: Annesa, che lo ha reso nonno e
Alma.
- Il suo pezzo "La vita mia" è
stato pubblicato in lingua estone.
- E' romanista e anche Cavaliere della Roma,
nominato in Campidoglio.
- E' l'ultimo di sei figli e il suo primo
gruppo musicale, di cui era il cantante, si chiamava "I Noemi".
- Ha pubblicato un cofanetto contenente un
libro di 190 pagine, con la vita privata e professionale e un triplo Cd
contenente 48 canzoni.
La figlia Alma studia Lingue all'Università
cattolica Lumsa e vorrebbe fare la giornalista d'assalto e l'altra figlia,
Annesa, è diplomata in lingue e si prepara a lavorare nella moda,
passione tramandata dalla mamma.
Intervista
Durante la tournee estiva del '92 ho avuto il grande piacere di
incontrarlo all'Auditoriurn S. Chiara di Trento. Amedeo, molto gentile e
simpatico, ha apprezzato molto il mio affetto verso Roma . Ecco la breve
chiacchierata fra me ed Amedeo.
Amedeo, in quale quartiere di Roma sei nato? E' cambiato molto?
Io sono nato nel quartiere Prati il 12 agosto del '47. E' cambiato moltissimo da
allora, con l'avvento dell'Olimpica questo quartiere è stato completamente
trasformato.
Che ricordi hai della tua infanzia?
(sorridendo) Ricordi sbiaditi, intanto perché sono passati alcuni anni e poi
perché l’infanzia quando uno diventa adulto un po’ se l’inventa, si
possono ricordare certi momenti o cose che ti fanno piacere e ti fa comodo
ricordare, le cose brutte si dimenticano o perlomeno si tenta di dimenticarle,
comunque, ripeto, sono sbiaditi.
Roma che sensazioni ti regala?
Sensazioni terribili, grandi contrasti di amore e di odio.
E' una città impossibile e ideale.
Di Roma quali sono le cose che più ti danno fastidio?
Mi dà fastidio la sua persa identità, Roma è diventata purtroppo una città
provinciale, ha pochi teatri, poche cose che accadono, non ci sono musical, a
Roma non avvengono grandi cose o fatti culturali, grandi mostre; a Parigi ci
sono mostre di artisti straordinari con le loro sculture, le loro pitture, a
Roma non mi risulta che tutto questo avvenga, a Roma ci sono musei incredibili
che sono aperti ogni tanto, quindi mi dà fastidio il provincialismo che questa
città ha assunto da molti anni a torto e a discapito invece di un ruolo che non
è assolutamente questo, Roma dovrebbe essere una città come Parigi, Londra,
Bruxelles.
C’è una piazza che ami particolarmente e perché?
Piazza del Popolo, intanto perché é bellissima, poi tutti i fatti importanti
di questa città accadevano in questa piazza e anche perché da sopra, dal
Pincio, c'è uno dei panorami più belli di Roma.
Ma Roma, secondo te, è o era la città più bella del mondo?
Secondo me Roma era la città più bella del mondo, purtroppo non lo è più,
perché massacrata dal cemento e dalla pessima amministrazione.
Quando
vuoi fare una passeggiata, che zona o via preferisci? Perché?
Preferisco Castel S. Angelo , ponte degli Angeli … perché di sera , tenendo
Castel S. Angelo a destra e ponte degli Angeli a sinistra, lo sfondo di San
Pietro sopra i colli è uno scenario incredibile, sembra veramente finto, una
cosa meravigliosa.
Roma è ancora vivibile?
Roma non è più vivibile, ha perso totalmente il suo carattere.
Qual è il tuo poeta preferito?
Sicuramente il Belli, intanto perché non era soltanto un poeta romanesco, ma ha
scritto tante altre cose oltre che poesie, tra l’altro è un poeta che
l’Europa ora sta riscoprendo e poi perché riusciva a vedere a differenza
degli altri le cose con assoluta estraneità... raccontava quello che vedeva e
quasi mai interpretava; e il ruolo dell’artista, secondo me, questo deve
essere.
Oltre a piazza del Popolo, c’è un’altra piazza che ami particolarmente?
A Roma le piazze sono tutte bellissime, ma una che apprezzo molto è che ricordo
con grande affetto è Campo dè Fiori per un fatto sentimentale. Lì è nata mia
mamma e sicuramente questo è il motivo principale.
Se tu avessi la bacchetta magica, cosa faresti per migliorare Roma?
Distruggerei tutte le periferie e le rifarei seguendo un piano regolatore che
rispetti in pieno la mentalità romana completamente persa… decentrerei tutta
la parte ministeriale, ambasciate, ecc...
Tutto fuori ad almeno una decina di chilometri da Roma e farei un grande Metrò
che porti tutti i dipendenti e dirigenti la mattina ai loro posti di lavoro. Poi
recupererei il Tevere che è stato dimenticato e che ormai è diventato una
grande fogna. Poi distruggerei Ostia dove costruirei alberghi, porticcioli,
casinò …farei una cosa fantastica.
Un consiglio ai romani, uno ai turisti e uno al primo cittadino di Roma…
Ai romani consiglierei di riscoprire Roma, ai turisti di venirci di più e al
primo cittadino di Roma consiglierei di andare a mangiare la sera nelle
trattorie, nelle osterie come facevano i Papi, dove potrebbe sentire i veri
umori dei cittadini romani.
Com’è il tuo rapporto con la cucina romana?
Il mio rapporto con la cucina romana è ottimo, intanto a me piace mangiare le
cose buone e anche quelle che fanno male, perché poi sono le più buone, quindi
amo la cucina romana come tutta la cucina popolare, naturalmente al primo posto
metto la pasta, non amo la cucina sofisticata; i bucatini all’amatriciana
credo siano imbattibili su tutti i fronti, viceversa non mangio le rane,
assolutamente. Le rane, forse molti non lo sanno, fanno parte della cucina
romana. Una volta attorno a Roma c’erano chilometri di acquitrini e i romani
usavano mangiarle perché ne trovavano tante e anche perché c’era molta fame,
per quanto mi riguarda assolutamente no, non ci riesco.
Trattoria preferita?
Non ce né una preferita perché credo che nelle trattorie romane, quelle
tipiche sia proprio il luogo dove si mangia meglio, c’è anche un rapporto
prezzo-qualità meraviglioso, Roma è una delle poche città dove si può,
pagando discretamente poco, mangiare bene. Nelle altre città italiane
generalmente non è così, Roma in questo credo sia ancora la prima, sicuramente
si mangia molto meglio nelle trattorie che nei ristoranti, Roma non ha
ristoranti all’altezza della cucina romana tipica.
Per te cosa significa essere romano?
Beh… un sacco di cose. Io ho una mentalità molto europea, in realtà, romano
lo sono nelle cose intime, quelle molto private, nei piccoli gesti, nelle
ricorrenze, certe tradizioni che sento in maniera particolare. Sicuramente non
sono il romano tipo, ma d’altra parte anche la musica che faccio lo
dimostra….non ho né una visione né una tradizione provinciale, nel mio
lavoro e nella mia vita. Così come penso che la musica è per ogni luogo, così
credo che ogni uomo debba poter vivere ovunque. Certo il vantaggio di essere
romano è quello di essere nato in una città che comunque dà, a chi ha occhi
per vedere, orecchie per sentire, desiderio di conoscere, delle possibilità
straordinarie. Roma credo sia l’unico Museo all’aperto al mondo che ti
consenta di studiare anche mentre sei al semaforo e aspetti che scatti il verde
per poter passare, l’unica città al mondo che ti dà la sensazione di essere
oltre al tempo, il senso più profondo dell’eternità.
Poi per chi come me ama la musica di questi grandi musicisti che non hanno mai
fatto musica provinciale: Puccini, per esempio, non è mai stato toscano, Verdi
non è mai stato lombardo o romagnolo (perché si sa che se lo contendono), così
come Rossini non è mai stato marchigiano, ecco, la musica ti dà una possibilità
in più, questo è forse il concetto al quale tengo maggiormente.
Nel tornare a Roma dopo lunga assenza, cosa provi?
Mi incavolo, perché appena torno c’è questa dualità di sentimenti, sono
molto contento di rivederla e son molto incavolato di rivederla perché, se è
vero che è la città più bella del mondo è anche vero che è la più
massacrata, maltenuta, sporca, caotica, chiassosa e tutte queste cose per chi,
come me, l’ama profondamente sono forti, perché uno non vede ciò che non
ama, invece una cosa che ami la vedi in maniera profonda, per cui ogni volta nel
tornare dico: “Finalmente!” poi però “Porca miseria!”, mi piacerebbe
tanto che Roma diventasse quello che merita, una città veramente a livello
mondiale neanche europeo.